mercoledì 21 maggio 2025

Sara, Debora e Barbara sul Cammino della Gran Madre

 

Ringrazio Sara, Debora e Barbara per avermi inviato il diario dei 5 giorni vissuti sul Cammino della Gran Madre.


Giorno 1  Sul cammino della Gran Madre verso Oropa.

Oggi tappa 1 Gattinara-Masserano. 

Il gentilissimo amico Tiziano, inviato da Tonino che si è preoccupato di seguirci e consigliarci in questo cammino, ci accoglie all’arrivo, prendiamo un caffè insieme, ci raccontiamo un pochino i cammini fatti e condivide con noi il primo pezzo della prima tappa. “Il cammino spirituale è come una droga….non riesci a smettere” ci diciamo…. Cominciano le prime fatiche ma siamo cariche. Passiamo dalla chiesa di Santa Maria e al monastero di Santa Chiara. Ci avviciniamo ad una suora dietro alla grata che ha scelto di dedicarsi alla vita contemplativa e che sembra cercarci con lo sguardo. E’ suor Gianna Barbara che ci ha affidato alla tenera Madre e ci chiede di pregare x le sue suore. E poi a Roasio, San Maurizio, sant'Eusebio, fino in cima alla Madonna degli Angeli. Poi dalla chiesa di Sant'Antonino, tramite una mulattiera fino a Brusnengo e poi santa Maria delle grazie. Giunti alla chiesa di San Teonesto, stanche stanche, finalmente arriviamo ad un posto d’altri tempi. Masserano, borgo medievale, si respira un’ aria magica…. Ecco Adrian ci sembra un po’ folle….un po’ muratore e un po’ veterinario….ci intrattiene nella tavernetta, ambiente bellissimo con una volta a botte in mattoni, tutta piena di cimeli strani e una cantinetta personale strepitosa. Un giradischi vecchio fa cantare personaggi d’altri tempi ma ogni tanto si inceppa e va sbloccato…Abbiamo fame. L’osteria del gallo storto è qui vicino. Chiacchieriamo coi proprietari, hanno lasciato Verbania per trasferirsi qui, bel paesino sperduto per riaprire un ristorante chiuso da tempo e ci stanno molto bene dicono….. il Cammino è fatto di incontri, di persone e “perdere” tempo ad ascoltare e raccontarsi diventa una grande ricchezza. Ringrazio per questo








Giorno 2 Masserano - Portula

Oggi tappa bella ma difficile. Si prepara lo zaino, ci si ridistribuisce i carichi e si lasciano andare i pesi inutili…..Lasciamo a malincuore la magia di Masserano e Adrian che ci ha ospitato e intrattenuto con il suo buon vino, le sue chiacchiere e un giradischi d’altri tempi, la sua galleria d’arte e le sue vecchie case da sistemare.  Ci immergiamo subito nei boschi ad abbracciare l’abete secolare e bere l’acqua caudana dalla fonte antica. Raggiungiamo il lago delle Piane e ci arrampichiamo sulle rocce di granito rosso delle Rive rosse…oggi è dura e difficile….ma il percorso è meraviglioso…Ci si aiuta, ci si motiva, ci si aspetta…. Ognuno ha i suoi tempi da rispettare….Gesti gentili come il rifornimento di acqua dalle case private ti sembrano una enorme abbondanza….tutto ha un peso diverso. Lassù in cima la mente e’ leggera non si pensa a niente, si respira solo un meraviglioso star bene come quando non vorresti essere in altro posto che li. Arriviamo  al rifugio Sella e poi si scende finalmente al centro abitato di Ponzone. Siamo affamate e ci concediamo un panino.  Ultimo tratto di salite e discese fino a Portula …. Finalmente ci siamo.







Giorno 3 Portula-Sagliano Micca.

A Portula salutiamo il Bar Jolly Rogers con una colazione coccolosa. Stamattina ci ha raggiunti Tonino Crestani, l’autore della guida del CGM e decide di percorrere un tratto di cammino con noi fino in cima al Santuario della Madonna della Brughiera. Incontriamo il super sorridente don Dino, quasi centenario, che ci fa entrare in casa, ci timbra la credenziale e ci fa aprire il Santuario, bellissima chiesa barocca con la sua chiesetta più antica. La vista è spettacolare, Tonino ci racconta che quando è limpido si vede lo Sky line di Milano… e ci sentiamo un po’ vicini a casa. Salutiamo il nostro amico che ci sembra di conoscere da sempre. Scendiamo e saliamo passando da deliziosi paesini con cappelle votive e affreschi sui muri. Oggi siamo cariche anche se accusiamo qualche inconveniente ai piedi, vesciche, infiammazioni, gonfiori…..Si va avanti senza lamentarsi. Ci concediamo una pausa in un bar e poi un piatto caldo in una locanda a Corte. Il locale è pieno di gente e arrivando da tanta pace e silenzio ci pare strano e siamo quasi infastidite dal vociare diffuso…. Si riparte….si scende verso il fondovalle, si passa dall’oratorio di San Giuseppe di Casto e poi fino a Sagliano Micca attraverso i boschi. Arriviamo al b&b la Nuvola. L’ospitaliera è molto gentile. L’appartamento è particolare, le volte a botte rendono tutto un po’ strano….forse in passato qui c’era una stalla…. Sostiamo al bar bindel con un gruppo di signori al tavolo che intonano canti alpini….il raduno nazionale si è svolto qui pochi giorni fa….saranno gli ultimi rimasti….Ma i canti corali fanno da padrona. In chiesa parrocchiale una esibizione corale, ecco i Metallica, i Gen Rosso, De Andre’, Matia Bazar…. Siamo stanche andiamo a dormire…. Beatrice del Bea bar qui vicino si è offerta domani mattina  di aprire il suo locale mezz’ora prima solo per noi, per prepararci la colazione…..e accogliamo con meraviglia questa abbondanza di gentilezza. Tanta roba. Buonanotte.




Giorno 4 Sagliano Micca - Graglia.

Bea ci apre il bar prima dell’orario canonico, ci prepara la colazione e facciamo due chiacchiere. E’ proprio gentile. Poi zaino in spalla, panni da asciugare appesi allo zaino e via si parte. Siamo in valle Cervo e ci spostiamo in valle Elvo. Subito si entra nel bosco, si scende a picco verso il fiume e si attraversa con un ponte. Sempre dal bosco arriviamo in cima al parco della Burcina. Siamo attratti dal sito dove è stata ritrovata una sepoltura celtica. Da qui la vista sul biellese e’ incantevole e si respira un energia particolare. Ci concediamo un po’ di riposo e poi si scende. Fioriture e alberi secolari ci accompagnano fino al Pollone. C’è troppa troppa gente. Ci disturba. Attraversiamo boschi, torrenti spettacolari e ponticelli. E’ un sali scendi continuo e la presenza dell’ acqua ci accompagna sempre. La tentazione di fermarsi e immergersi nell’acqua fresca è tanta. Abbiamo i piedi martoriati. Non Oggi non è difficile ma è dura, la strada non finisce mai. Abbiamo fame ma non troviamo niente da mangiare. Le nostre scorte sono finite e anche l’acqua. Finalmente arriviamo a Sordevolo stravolte, un bar è aperto e dobbiamo fermarci. Troviamo Alberto, il bibliotecario, pronto a timbrarci la credenziale. La biblioteca è bellissima. Si tratta della limonaia di un palazzo antico. Ci racconta come è organizzata la sua biblioteca e del piacere  di quando incontra qualcuno. Vive solo con un gatto e non parla mai con nessuno. Incontriamo un uomo che incuriosito ci chiede un sacco di cose sul cammino che stiamo facendo. Dice di essere incuriosito, e’ molto che ci pensa. Dice che siamo un segno e che il nostro incontro non è causale. Ci penserà….

Ripartiamo, di nuovo nel bosco e poi giù fino al fiume e poi diversi chilometri tutti in salita. Siamo stanche, molto stanche, le salite non finiscono mai. Arriviamo al santuario di Graglia dove ci aspetta Luisella e ci consegna le chiavi della stanza. Da qui la vista è pazzesca.

La fatica di continuare e’ tanta……

 




Giorno 5 Sant. di Graglia - Oropa.

Lasciamo Graglia presto, niente colazione, confidiamo di trovare qualcosa da mangiare nella prima parte del cammino. Sappiamo che poi non troveremo più nulla. Ne’ cibo ne’ acqua… Ma siamo ancora sazi della super cena servita al Santuario di Graglia. Entriamo nel bosco e scendiamo in picchiata sul ponte Ambrosetti sul torrente Elvo e passiamo di nuovo da Sordevolo. Facciamo una lunga pausa e salutiamo Alberto, che abbiamo già visto ieri. Accoglie tutti i pellegrini e ci offre la colazione in biblioteca. Ci mostra il palazzo storico dedicato alla fedeltà… incontriamo alcuni pellegrini, gli stessi che hanno cenato con noi alla Graglia ma fanno tutti un cammino diverso dal nostro per arrivare a Oropa. Aiutiamo Jose’ con le vesciche al piede. Abbiamo un cerotto da offrire per alleviare il dolore fino a destinazione. Viaggia con suo suocero Valerio. In cima alla chiesetta di San Grato perdono la strada che stavano seguendo e ci chiedono di unirsi al gruppo. Ci si racconta pezzi di vita, si condivide, si ride, si dividono le provviste, ci si aspetta, ci si aiuta a guadare i torrenti…Alla chiesetta c’è un panorama mozzafiato. Si racconta che qui il poeta Giuseppe Giacosa, poeta e librettista di Puccini, ospitò Carducci. Ancora boschi, salite, discese, alpeggi e cascinette. Il percorso continua in mezzo alle mucche, controlliamo il gps ma si, passa proprio di lì’. Ci guardano curiose ma tolleranti della nostra presenza estranea….Un cavallo controlla ogni nostro movimento e sembra ci accompagni fuori dal pascolo. Abbiamo invaso il loro spazio…ci sentiamo estranei. Il rumore dei campanacci ci accompagna fino alla fine. Ancora boschi e, sul finire all’ imbocco dell’ultimo tratto asfaltato, ecco Tonino che ci viene incontro. Ci ha lasciato in tre e ci ritrova in cinque. Camminiamo con lui finché improvvisamente compare il Santuario. Entriamo nei cancelli, si passa dalla porta regia. Ecco la basilica antica. Ci siamo. Emozioni. Siamo felici, abbiamo il magone, non sentiamo più nulla, né vesciche nè stanchezza….

La Madonna nera e il bambino recano in capo la corona dell’ultima incoronazione del 2021. Luca, che ha frequentato il mio liceo a Lodi ne è l’autore. Opera di estrema raffinatezza e di significato profondo che lui stesso ha avuto modo di raccontarmi due settimane fa.

Nei titoli di coda del mio racconto, non posso che ringraziare le compagne di viaggio Debby e Barbara. Mi hanno dato fiducia nell' intraprendere questo cammino, mi hanno supportato tanto e sopportato tantissimo. Mi mancheranno le nostre chiacchierate, le nostre risate, le fatiche e lo stupore di fermarsi incantate davanti alla meraviglia della natura. Tanta bellezza.

Il cammino diventa una metafora di vita. Incontri persone che fanno un pezzo di cammino con te, a volte ci si aspetta e a volte no, ci si libera dei pesi inutili, si condividono i carichi e le abbondanze, ci si incoraggia a vicenda, ci si cura l’uno dell’altro, si perde tempo ad ascoltarsi e a raccontarsi.

Perché questo è il Cammino.

Grazie.





Tonino Crestani